ANGOLO del PRINCIPIANTE

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Con la radio si comincia sempre allo stesso modo. Capita sottomano, un manuale, una rivista un libro. Si da una sbirciatina in quel piccolo regno fatto di attrezzi, di fili e.. si rimane contagiati. E' accaduto a noi e accade ogni giorno. La passione per la radiotecnica non conosce limiti di età o di condizione sociale. Accade e basta. O meglio accadeva. Accadeva in quanto la facilità di comunicazione del mondo attuale ci fa dare per scontato qualsiasi progresso tecnologico, anche il più ardito, facendo perdere importanza alle piccole esperienze personali che permettono di conoscere le basi di una materia importante come questa e permettono di ottenere delle piccole soddisfazioni in modo autonomo. Non mi sembra poco oggigiorno.

Qualcuno dirà : non ho le basi teoriche, non ho tempo, è materia difficile. Se prendiamo in mano una rivista specializzata che utilizza un linguaggio accessibile solo agli iniziati, sicuramente riceveremo queste impressioni. Allora noi inizieremo subito con delle esperienze pratiche e se la voglia ed il tempo lo permetterà potremo approfondire l'argomento con delle nozioni teoriche. Non fece così anche Galileo Galilei ?

Cominceremo a costruire un piccolissimo ricevitore radio senza alcuna pretesa, ma con la possibilità di farci toccare con mano, con un metodo sperimentale, ciò che è espresso dalle leggi teoriche.

 

emittente Onde radio radio ricevente

 

Cominciamo con il dire che l'unica cosa di cui ci dovremo preoccupare è il reperimento dei componenti necessari. Dovremo porre attenzione anche al fatto che per convenzione un qualsiasi circuito elettrico si disegna con dei simbolismi ( li conosceremo più avanti ), che verranno poi tradotti in componenti reali all'atto della realizzazione pratica.
Un minimo di teoria pensatore
Bene ! L'avventura comincia.

Vi sono alcune cose indispensabili nell'hobby del radiosperimentatore , sicuramente la pazienza occupa il primo posto e il saldatore occupa la seconda posizione. Saldare bene non è un'arte ma una necessità eccovi allora un breve manuale che vi offrirà qualche consiglio.

Il circuito radio, di qualunque tipo esso sia, è un pò come una strada, tortuosa e talvolta lunga, caratterizzata da un'ingresso ed una uscita. All'ingresso vi sono i segnali radio, invisibile e sempre presenti nello spazio che ci circonda. L'uscita è invece costituita da un altoparlante od una cuffia e gli stessi segnali escono sotto voce di voci e di suoni. Nel tipo di ricevitore che descriveremo questa strada non è affatto tortuosa, è invece semplice e lineare. Ma vediamo subito lo schema elettrico :
schema
 
Prima di avventurarci nell'esame dello schema proviamo a fare una piccola considerazione. Abbiamo detto che i segnali radio sono presenti in ogni dove, ma per catturarli serve un'antenna. Nei ricevitori più sofisticati questa non serve, sopratutto per la ricezione dei segnali locali, in quanto il circuito è talmente sensibile che amplifica migliaia di volte la più piccola traccia di onda radio. Nel nostro circuito questa amplificazione non è presente, motivo per cui abbiamo bisogno di un'antenna esterna.
 

Vediamo ora i componenti:

L1 è una induttanza ovvero è una bobina da avvolgere con alcune prese . Facile da autocostruire
C1 è un condensatore fisso da 1000 pF ( pF si legge " picofarad " ) con tensione di lavoro di circa 500/1000 volt
C2 è un condensatore variabile ( varia la capacità girando una manopola ) da circa 500 pf
D1 ( il cuore del sistema ) è un diodo al germanio tipo 0A91. E' il famoso 'cristallo di galena'del passato
R1 è una resistenza da circa 10.000 Ω ( ohm ) 1/2 Watt, può essere omessa ( provare )
La cuffia DEVE essere ad alta impedenza ( valore di circa 2000 Ω )/td>
I componenti possono essere acquistati presso un negozio di componenti elettronici, il pezzo forse più difficile da reperire è la cuffia. Se abbiamo l'occasione di visitare una mostra-mercato dell'elettronica le difficoltà sono ridotte al minimo, infatti dette cuffie sono normalmente quelle che facevano parte della dotazione radio delle forze militari. ( il materiale ex-militare si chiama ' surplus ' ).

Un altro componente che merita la nostra attenzione è la bobina di sintonia. La costruzione è facile, basta armarsi di un pò di pazienza e del filo di rame smaltato. Una volta si faceva uso di filo di rame multitreccia ricoperto in seta...( filo Litz ) forse qualcuno avrà la fortuna di reperirlo, in caso contrario basta acquistare del filo di rame smaltato ( in quanto isolante ) del diametro di 0,2 - 0,3 m/m. Come supporto per l'avvolgimento basterà usare un tubetto vuoto di materiale isolante ( plastica, cartone ) del diametro di circa 2 cm.

 

Nel tubetto faremo un piccolo foro dove far passare un capo del filo, per bloccarlo inizialmente, ed inizieremo ad avvolgere 100 spire ben serrate. Trucco : per ottenere delle spire serrate è necessario appendere un peso ad una estremità del filo, lasciarlo pendere in basso ed avvolgere le spire sul supporto. Alla fine dell'avvolgimento basterà fare un altro piccolo buco nel supporto per bloccare la bobina. Per bloccarla comunque definitivamente si può colare della cera di candela fusa sulla bobina stessa. In prima battuta la presa intermedia si può omettere, quando avremo preso pratica della costruzione potremo ottenere delle prese ogni 25 spire. bobina di sintonia
Dato che il filo è isolato dalla smaltatura è necessario togliere lo strato isolante ai capi dove questo viene utilizzato tramite raschiatura con una lametta o una forbicina ( attenzione ) e poi provvedere ad una piccola stagnatura del terminale stesso.

Altra piccola attenzione deve essere dedicata al diodo al germanio che è un componente polarizzato, ovvero possiede un polo positivo ed uno negativo, il polo positivo va rivolto verso la cuffia e fisicamente nel diodo è contraddistinto da un piccolo anello colorato ( solitamente nero ). Il diodo DEVE essere al germanio e non al silicio in quanto nel nostro circuito circolano delle correnti molto deboli e solo il germanio garantisce un adeguato funzionamento, quindi la sigla 0A91 non è importante, può essere uno simile, basta che sia al germanio. ATTENZIONE il diodo ( come altri componenti elettronici ) teme il calore quindi utilizzate il saldatore per il minimo tempo necessario ( 3-5 secondi ) per ottenere la saldatura.

Come supporto per tutto potremo cablare il circuito( questo è il termine in uso quando si uniscono più conduttori elettrici ) su una basetta di vetronite con bollini di rame o più semplicemente sfruttando la lunghezza dei terminali dei componenti come supporto, cablando come si dice " in aria ". I condensatori e la resistenza non sono polarizzati ed i terminali possono essere scambiati fra di loro.

L'antenna è l'unica fonte di energia del nostro apparato e quindi è necessario che capti la maggior parte di segnale possibile. Nelle riviste dedicate ai principianti di qualche decennio fa, l'antenna veniva mostrata come un filo che usciva dalla finestra del ' laboratorio ' e che puntava direttamente ad un supporto esterno, perlopiù un albero con una lunghezza variabile tra i 10 ed i 20 metri. Oggi questa disposizione è dedicata solo ai più fortunati che possono disporre di una situazione simile. Più realisticamente, oggi, possiamo acquistare del normale filo per collegamenti elettrici del diametro di 0,5 - 1 m/m lungo circa 5 o più metri e stenderlo sul balcone di casa. ATTENZIONE che vicino al filo non vi siano linee in tensione ( tram, tralicci od altro ) che possano venire in contatto con il nostro filo di antenna.

Questo tipo di antenna è chiamata di tipo Marconi.

Veniamo ora al collaudo. Controlliamo in modo pignolo il nostro montaggio, controlliamo le saldature, inseriamo l'antenna, colleghiamo la cuffia e giriamo lentamente il perno del condensatore variabile. Dovremmo sentire in cuffia una più stazioni, tipicamente quelle che operano in onde medie ( 1° o secondo programma RAI ).
D'ora in avanti SPERIMENTATE !

 

Un minimo di teoria  pensatore 
 
Non è necessario acquistare tutti i componenti, spesso si possono ricavare da una radio fuori uso.
Il prossimo progetto sarà leggermente più impegnativo e ci vedrà alle prese con il transistor