RADIO WAY

 

guglielmo marconi

 

Amarcord...

Beh in fondo non sono passati molti anni...

Diciamo che eravamo all'inizio degli anni '70, i Beatles ci tenevano le orecchie impegnate ed a tenere impegnato il resto ci pensava il mitico " Civico Istituto G. Galilei " in quel di Genova. Non mi ricordo dove, non mi ricordo come, e un giorno mi ritrovai con un giornaletto di Radiotecnica in mano.

" Tutta la radio in 36 ore " recitava il titolo e la lettura mi tenne impegnato anche quella un bel po'. Forse riuscii a capirci qualcosa perché qualche tempo dopo ero in un negozio di componenti elettronici pronto ad acquistare stagno alla colofonia, saldatore e qualche diodo...

Qualche bruciatura con il saldatore sempre troppo tra le mani e qualche componente messo alla rovescia. Ma ecco che magicamente, così avevo detto allora, oggi direi in un altro modo, nelle cuffie si sente qualche fruscio e poi una voce chiara che mi tenne compagnia per molto tempo.. era nata la mia passione per la radio. Ricordo che anni dopo mi capitò, a questo proposito, di leggere un articolo che spiegava bene la situazione. Ve lo voglio riproporre sperando di non violare nessun diritto d'autore. Si intitolava....
Del mestiere e della passione

" Un telaio di metallo, due valvole, pochi altri componenti goffi e ingombranti, ovattati in uno strato di polvere densa e scura...

Da quanti anni sono lì, in fondo a quella vecchia cassa ? L'ho riaperta oggi ( 20 anni dopo ? ) quando per caso, mi è venuto l'estro di scendere in cantina. Rivedendo quel vecchio, caro scatolone nella penombra, solo tra me e me, mi e' preso repentino uno scivolone sentimentale.

Quanto tempo, quanti esperimenti, costruzioni, successi, delusioni da quella mia prima radio. per me, oggi l'elettronica significa mestiere. Un mestiere sempre interessante, ma comunque mestiere.

Il riapparire di quella prima lontanissima costruzione, ormai dimenticata, mi ha riportato alla mente i tempi dell'autentica passione. Trafficavo in un'umida cantina ore e ore in mezzo agli acri odori di bachelite e colofonia bruciate, per cercar di cavar fuori da quei componenti, comprati con il sacrificio delle prime sigarette, il massimo risultato. Ecco mi riappaiono vive nel ricordo le prime 6K7 e 6X5GT di cui sono riuscito a rendere incandescenti i filamenti. Ma come, i libri dicevano che il catodo deve diventare rosso ciliegia... e quelle invece erano più brillanti ? Si bruceranno ? No, naturalmente, ma quante palpitazioni !

Lentamente metto la cuffia, giro il variabile, niente, regolo l'accensione, niente appena un lontano ronzio. Controllo il circuito. Tutto bene...ma no ecco ! Manca un collegamento, un centimetro di filo. Torno ad infilare la spina nella presa, tac, parte l'interruttore, le valvole si riaccendono, improvvisa, forte, chiara la mia prima stazione ricevuta.

Giro il condensatore variabile; si schiude alle mie orecchie un mondo lontano di stazioni, di voci straniere, incomprensibili. Un leggero odore caldo sale dal ricevitore, mi spaventa un poco, ma è odore di vita, sono i componenti che si scaldano con il loro stesso calore vitale. Sono felice.

Esco di casa, vado dagli amici e li chiamo in cantina. eccoli, nella penombra, attenti alla cuffia che sento gracchiare. Visi giovani, attenti. " Ecco, questa deve essere una stazione americana! ". " Ma no non senti ? ". " Deve essere slava..." " Non toccare li...". " Ecco una birra, beviamoci su ! ".

La notte tarda mi ritrova lì, da solo con te a captare stazioni lontane. Quei due filamenti accesi nella penombra, possibile che possano far tanto ?

Prima radio. Vorrei quasi riprenderti in mano e cercar di risentire la tua voce. Forse è meglio di no. Togliendoti quello strato di patina ovattata dal tempo potresti denunciare l'età e la stanchezza dei tuoi componenti. Senz'altro perderei anche il sapore romantico di questo ricordo.

Ti lascio lì, come sei, vecchia, impolverata, inutilizzabile. Quando il mestiere, mi renderà duro, freddo e nervoso, verrò a darti un'occhiata rilassante.. "


Gianni Brazioli


 

Quel libriccino spargeva dei semi, agiva da divulgatore in quella Italia che voleva crescere. Non so quanto nel nostro Paese, sia stata capita l'importanza della divulgazione come elemento formativo e di innesco di nuove professionalità. Forse oggi non è più di moda. La divulgazione intendiamoci non è così rigorosamente scientifica, è solamente un approccio leggero subito, per una preparazione a realtà molto più complesse dopo. Quindi in questa parte del sito ci occuperemo di divulgazione della Radio, sfiorando solo le complessità che volta per volta incontreremo e lasciando alla vostra curiosità ed al vostro piacere l'approfondimento.

 

nuvole Oggigiorno parlare della Radio e del suo futuro sviluppo potrebbe sembrare anacronistico, le nuove tecnologie mediatiche, Internet ed i collegamenti satellitari, ci regalano la sensazione di essere on-line costantemente e di partecipare agli avvenimenti del globo ovunque essi succedano.

Eppure la radio continua a regalarci delle sensazioni ineguagliabili potendo ascoltare e contemporaneamente rielaborare nella nostra testa ciò che si è appena ascoltato con uno sforzo della fantasia che non proveremo mai davanti alla televisione. Un mezzo che permette la riflessione senza essere violentati da immagini che ci colpiscono in qualche frazione di secondo.

 

La Radio è stata protagonista del Secolo scorso e attraverso le onde lunghe, corte e medie si svolgeva quella battaglia nell'etere che ha visto come protagonista il mondo diviso in blocchi. Non solo con comunicazioni rivolte alle popolazioni dell'uno o dell'altro blocco, ma con vere e proprie azioni di disturbo come i famigerati " Jamming ", sorta di disturbo provocati ad arte.

Ma forse stiamo entrando troppo nel dettaglio e allora è meglio incominciare a parlare di quel genio tutto italiano che si chiamava Marconi...